(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 88

 

 

MAL D’AFRICA

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Odiate quando qualcosa interrompe una festa a cui siete stati invitati? Allora, se foste stati tra i presenti al ricevimento che Akua Kirabo, Presidente dello Stato africano del Dabar, ha dato in onore di Joshua N’Dingi, Presidente del vicino Mbangawi e della Principessa Zanda di Narobia, ora sareste davvero molto seccati, anche se, visto chi sono i disturbatori, probabilmente ve ne stareste zitti.

            I Campioni dello Zilnawa sono una via di mezzo tra un supergruppo nazionale ed uno al servizio di un ente privato. Per quanto si siano assunti il compito di proteggere la piccola nazione africana dai pericoli esterni, sono pur sempre sponsorizzati dalla Thran Corporation, una multinazionale americana.

            Alexander Thran ha realizzato il sogno della vita di molti: si è creato il suo Stato tecnocratico personale. Oh certo: ci sono libere elezioni sia per il Presidente che per il Parlamento, ma, guarda caso, alle ultime elezioni presidenziali c’era un unico candidato ed era un ex dirigente della Thran, che, d’altra parte, provvede anche alla maggioranza dei fondi che sostengono l’attività governativa. In altre parole, possiede lo Zilnawa. E se pure non è del tutto vero che, come dicono i maligni, il principale compito del Presidente dello Zilnawa consiste nell’eseguire gli ordini di Alexander Thran, è comprensibile che il rapimento del suddetto presidente abbia, diciamo così, alterato quest’ultimo. Se a questo aggiungiamo che, quasi contemporaneamente i Campioni sono spariti proprio mentre erano ospiti alla cerimonia d’insediamento di Akua Kirabo come Presidente del Dabar dopo la rivoluzione che era stata vittoriosa, anche, se non soprattutto, grazie al loro intervento,[1] si capisce, perché Alexander Thran abbia ingaggiato un team della rinata Justice Inc. per ritrovarli.

            L’avventuriero noto come Paladin ha radunato una squadra di mercenari composta da gente che potremmo definire di dubbia reputazione come Midnight Sun, Malizia, l’Uomo Scimmia, Whiplash e Blacklash.

            Infiltratosi nel ricevimento presidenziale, il team ha scoperto che sia i Campioni che il Presidente dello Zilnawa sono prigionieri nei sotterranei, ma è a sua volta stato scoperto. E questo ci riporta ai Campioni che sono appena usciti da un buco nel pavimento praticato da loro stessi.[2]

            Capitan Ultra avrà anche avuto un pessimo gusto nell’accostamento dei colori del suo costume ma è pur sempre uno dei superumani più potenti del Pianeta e non è mai buona politica farlo arrabbiare.

-Dov’è?- urla -Dov’è quella...?-

            Eviteremo di riportarvi gli epiteti con cui Griffin Gogol si riferisce ad Akua Kirabo per non offendere la vostra sensibilità. D’altra parte la maggior parte di essi è in Yiddish, lingua di cui non sappiamo assolutamente nulla. Vi basti sapere che molti di loro si riferiscono alla professione che sarebbe effettivamente svolta dalla Kirabo e perfino, in passato, da sua madre e sua nonna. Vi basti sapere che sia lui che i suoi compagni sono veramente arrabbiati.

            In pochi minuti il palazzo presidenziale è ancor più in preda al caos di quanto fosse finora. Le guardie presidenziali che provano ad intervenire sono presto neutralizzate. Equinox ne imprigiona alcuni in un blocco di ghiaccio, una vista insolita a queste latitudini, Psyclone materializza creature da incubo che li assalgono, Hrimrari, il Principe Lupo di Asgard, balza loro addosso mostrando le zanne. Sundown spara contro di loro raggi di calore che ne fondono le armi, Spirale usa le sue sei braccia per colpirli mentre a Robert Takiguchi ed al Presidente dello Zilnawa non resta che stare a guardare.

            Quanto al loro liberatore, ossia Paladin, anche lui osserva il caos a cui anche la sua squadra sta partecipando e sogghigna. Ora sì che il party è davvero selvaggio, pensa divertito.

 

            Una mano preme un pulsante su un telecomando e sintonizza una TV su un canale all news. Sullo schermo una cronista bionda coi capelli acconciati a coda di cavallo.

<<… qui Megan McLaren che vi parla da Gramercy a Manhattan, dove stamattina è stata trovata morta l’ex agente dello S.H.I.E.L.D. Jenna Carlisle. La Polizia e l’Ufficio del Medico Legale si sono rifiutati di fare dichiarazioni ma nostre fonti al Police Placa Uno[3] affermerebbero che la causa della morte sarebbe una profonda ferita alla gola inferta con un’arma dalla lama particolare che ne potrebbe facilitare l’identificazione. Poche settimane fa Jenna Carlisle si era dimessa dallo S.H.I.E.L.D. in polemica per una mancata promozione. Ci si chiede se il suo omicidio sia connesso coi suoi precedenti incarichi per l’agenzia spionistica delle Nazioni Unite. Sia il Direttore Esecutivo Nick Fury che il Direttore della Divisione americana George Washington Bridge si sono rifiutati di rilasciare dichiarazioni.>>

            Un altro scatto del telecomando e un’altra giornalista, stavolta bruna con evidenti ascendenze asiatiche, che parla; da uno studio televisivo su cui campeggia il logo della CBNC.

<<Benvenuti al nostro angolo dell’approfondimento con la vostra Trish Tilby. Ci si chiede oggi se il brutale omicidio di un’agente dello S.H.I.E.L.D. sia collegata a qualche imminente azione terroristica o piuttosto alla recente ondata di violenza che ha visto sempre più spesso donne tra le vittime, come la turista italiana trovata morta col petto squarciato nel lago di Central Park ieri mattina.>>

            Altro cambio di canale e altra cronista bionda di chiarissima origine nordica.

<<Nina Zahl per la WFSK. Secondo indiscrezioni l’arma usata per uccidere Jenna Carlisle sarebbe uno shuriken, arma tipica dei ninja. I nostri telespettatori ricorderanno certo il processo ad una donna accusata di essere una killer a pagamento con addestramento ninja; l’ereditiera greca Elektra Natchios che da anni vive proprio a New York. L’abbiamo raggiunta per una dichiarazione. Ecco cosa ci ha detto.>>

            Ora sullo schermo c’è una donna che indossa un elegante abito rosso completato da un cappello a larghe tese e occhiali scuri. La sua voce ha appena una punta di accento:

<<Tutte le voci sul mio conto sono infondate. Che io possa essere un’assassina a pagamento è semplicemente ridicolo.>>

            Un ultimo click e la TV viene spenta.

-Spero che sia soddisfatto.-

            A parlare è stata una donna, la stessa dell’ultima intervista ma stavolta indossa un attillato body rosso sgambato e senza maniche. I lunghi capelli neri sono fermati da una bandana dello stesso colore, alle cosce sono fissate delle fondine con delle armi dall’impugnatura a tridente; a tracolla sulla schiena c’è una katana, la spada tipica dei samurai giapponesi.

-Completamente.- replica l’uomo che veste un completo marrone -Il resto del compenso le è stato accreditato come convenuto. Ora le rimangono solo due bersagli, forse i più difficili.-.

-Intende Kimberly Taylor e la cosiddetta Punitrice?- ribatte Elektra -Mi creda: sono l’ultimo dei suoi problemi.-

            Infatti, quello sono io, pensa la killer greca.

 

            La giovane donna bionda seduta a gambe accavallate davanti ad una scrivania in legno di quercia veste in maniera identica ad Elektra solo che il suo costume è nero invece che rosso.

            L’uomo anziano seduto alla scrivania ha l’aria dell’austero uomo d’affari britannico, cosa che Sir Marcus Grantby-Fox, Presidente e M.D, [4] delle Empire Chemical Enterprises, in effetti è.

            Si trovano entrambi nella residenza privata di Londra dell’uomo per concludere una transazione che nessuno dei due ci tiene a rendere pubblica.

            Se trova l’abbigliamento della ragazza poco consono, l’anziano uomo d’affari non lo dà a vedere.

-Molto bene, Miss Swann…- dice senza mostrare particolare emozione -… ha portato a termine gli incarichi che le avevo affidato con l’efficienza e la professionalità che mi aveva garantito chi mi aveva segnalato il suo nome.-

            Tipica ipocrisia, pensa la ragazza il cui vero nome non è Belinda Swann ma Nina McCabe e che nel mondo dei killer professionisti è nota col nome di Cigno Nero. Come se chiamare incarichi degli omicidi su commissione li rendesse una transazione d’affari come tante .

-Lieta di averla soddisfatta, Sir Marcus.- replica con un pizzico di malizia -Ora può essere certo che i suoi rivali in affari non la ostacoleranno: è difficile farlo da una tomba.-

-Ehm… indubbiamente. Ho provveduto ad accreditare il saldo del suo compenso sul conto cifrato che mi ha indicato e con questo il nostro rapporto d’affari è concluso. Confido che nel lasciare questa casa applicherà la stessa discrezione usata nell’entrarvi.-

-Non si preoccupi di questo, sarò invisibile.-

            La ragazza si gira e fa per uscire poi si ferma di colpo come se si fosse appena ricordata qualcosa.  Controlla i messaggi sul suo cellulare, quindi si gira lentamente mentre porta la mano destra alla schiena.

-Lei ha finito con me, Sir Marcus…- dice -… ma io non ho ancora finito con lei.-

-Cosa?- esclama l’uomo, perplesso -Che intende dire?-

-Questo.-

            Cigno Nero impugna la sua katana e prima che l’uomo possa anche solo gridare, la lama lo trapassa da parte a parte. Grantby-Fox muore senza sentire quello che gli dice la ragazza mentre estrae la spada dal suo ventre.-

-Mi hanno offerto una discreta somma per ucciderla, Sir Marcus, ma non potevo accettare mentre ero al suo servizio, una questione di etica, sono certa che mi capisce. Ho comunicato di essere libera ed ho subito ricevuto la conferma del nuovo incarico e del versamento dell’anticipo richiesto. A questo punto non c’era più nulla che mi impedisse di accettarlo. Addio Sir Marcus, Harold Howard mi ha chiesto di salutarla.-

            Con un lieve sorriso Cigno Nero pulisce la katana sul bordo della scrivania, la rimette nel fodero sulla schiena e dopo essersi assicurata di non aver lasciato tracce dietro di sé, esce dalla stanza e dalla casa. Entro 24 ore anche Londra sarà solo un ricordo per lei.

 

 

2.

 

 

            L’uomo dal costume in toni di marrone e arancione si arrampica lungo le mura del castello del Generale Nguyen Ncoc Coy, signore del crimine dell’Isola Stato di Madripoor. Il suo nome è Akihiro e quasi mai usa un cognome ma se lo facesse, potrebbe essere Logan perché è il figlio del mutante chiamato Wolverine e di una giovane giapponese di nome Itsu assassinata da ignoti proprio il giorno in cui suo figlio è nato.

            Forse le tragiche circostanze della sua nascita possono spiegare almeno in parte perché il giovane Akihiro sia diventato uno dei più famosi killer al servizio della Yakuza.[5] L’eredità genetica spiega, invece, perché a più di sessant’anni ne dimostri appena una ventina e perché possieda pressoché gli stessi poteri del padre, compresi due artigli per mano ricoperti di un metallo dalle proprietà particolari.[6]

            Gli artigli lo hanno aiutato a raggiungere gli spalti e da qui si guarda intorno. È stato troppo facile, si dice. Le misure di sicurezza di Coy devono averlo individuato. Anche questo fa parte del piano, però. Gli hanno lasciato la parte dell’esca ma a lui va benissimo. Chi cercherà di fermarlo dovrà rendersi conto che potrebbe aver sbagliato i suoi calcoli su chi tra loro sia la preda e chi il predatore.

            Vede arrivare i primi uomini armati e sorride, poi sfodera gli artigli.

 

            Una base segreta dell’A.I.M. proprio sotto Berlino. La donna di nome Shock non ne è molto sorpresa. La sua squadra è stata inviata a recuperare i cosiddetti Super Soldati Britannici misteriosamente scomparsi. Come il loro committente facesse a sapere che si trovavano qui e che interesse abbia nel liberarli alla ragazza il cui vero nome è Ariel Tremmore non importa affatto. L’unica cosa che le interessi davvero è quanto l’hanno pagata per questo. No… in fondo non è vero: è abbastanza ricca ormai da non aver bisogno di quei soldi per quanti siano.[7] La verità è che lo fa perché la diverte: nel suo esilio dorato ad Isla Suerte stava cominciando ad annoiarsi.

            Usa il suo potere di suscitare negli altri le loro più terribili ed inconsce paure contro gli uomini dell’A.I.M. davanti a lei. Non ha la più pallida idea di cosa vedano ma alcuni di loro mollano le armi e corrono via urlando; altri cominciano a spararsi tra di loro. Quelli che scampano al suo potere si ritrovano intrappolati da quello della ragazza succintamente vestita di nome Skein che trasforma le loro uniformi in vere e proprie camicie di forza che li intrappolano senza scampo mentre i loro elmetti si chiudono sulle loro teste.

-Non sono tenera con chi mi spara addosso.- è il commento della donna.

            Arrivano altre squadre di uomini armati, ma non hanno miglior fortuna perché il supercriminale inglese noto come Elettro-Onda ne fulmina una buona parte mentre gli altri sono sbaragliati dai pugni della superdonna venuta dal futuro di nome Thundra e dal plasma della mutante Siena Blaze.

-Avranno anche un Q.I. da geni ma come combattenti non sono alla nostra altezza. Speravo di divertirmi di più.- commenta quest’ultima.

-Non abbiamo ancora finito.- ribatte Shock -Qualcosa mi dice che in fondo al corridoio ci aspettano altre sorprese.-

-E allora, sorelle, lasciate che vi apra la strada.- replica Thundra -Se qualche stupido maschio proverà a sbarrarcela riceverà la lezione che si merita.-

            E così dicendo, si precipita di corsa lungo il corridoio.

 

             La giovane donna s’infila rapidamente una vestaglia prima di aprire la porta al suo visitatore.

-Entri pure, Mr. Garrett.- gli dice.

            L’uomo massiccio, quasi un piccolo armadio su due gambe, entra e rivolge alla ragazza un’occhiata che altre donne troverebbero imbarazzante e perfino umiliante ma non lei, che ne sostiene lo sguardo con sfida.

-Le piace quel che vede, Mr. Garrett?- gli chiede.

            John Garrett la squadra ancora una volta: poco più di trent’anni, così sembra, attraente. Tutte le curve al posto giusto, lunghi capelli biondi e una stella tatuata sulla guancia destra.

-Decisamente, Miss Carpenter, decisamente.- replica.

-Chiamarmi Astrella, John. Dopotutto siamo dalla stessa parte ed io odio le formalità. Sono così noiose.-

            Gli doveva proprio capitare di collaborare con una svaporata New Age, pensa Garrett

-So perché sei qui, John.- dice ancora lei -Devi assicurarti che tutto vada bene e tutto andrà bene… se il tuo capo manterrà la parola e farà in modo che mio fratello Rex sia eletto.-

            Garrett sogghigna divertito e replica:

-Fidati: ce ne stiamo occupando già adesso.-

-Stiamo?-

-Meno ne sai è meglio sarà per te, baby. Non farmi domande di cui potrebbe non piacerti la risposta.-

-Non sottovalutarmi, John, sarebbe un grave errore.-

-Me lo ricorderò, me lo ricorderò davvero.-

 

 

3.

 

 

            Siberia Orientale. Questo posto ufficialmente non esiste, è un campo di lavoro che risulta chiuso da trent’anni e nessuno sa che l’F.S.B.[8] l’ha riaperto come luogo dove confinare prigionieri destinati a scomparire ed i cui nomi non compaiono nei documenti ufficiali. Il Governo Russo ne negherebbe con forza l’esistenza.

            Solo poche ore fa i pochi prigionieri rimasti hanno preso il controllo del complesso, sgominato le guardie e catturato i capi dei loro carcerieri: lo spietato e sadico Mikhail Andreievitch Rostov, soprannominato Krassny Varvar ovvero Red Barbarian in Inglese e la non meno sadica Lyudmilla Antonova Kudrina, entrambi un tempo membri dei servizi segreti del loro paese.

            La priorità degli ex prigionieri è andarsene, il problema da risolvere è come, problema che potrebbe essere risolto dall’improvviso arrivo di un jet ad atterraggio e decollo verticale proprio al centro del campo.

-Chi credi che siano?- chiede Marya Meshkova, meglio nota col nome in codice di Zvedza Dennista, Stella del Mattino, già parte di un gruppo di supercriminali chiamati Bogatyri.

-Non lo so.- ammette Andrei Mikhailovitch Rostov, che un tempo era il supereroe noto come Guardiano d’Acciaio -Non sono governativi, questo è certo. Ci sono delle insegne sull’aereo che non riesco a distinguere bene.-

-Chiunque siano, sarà meglio per loro che non abbiano intenzioni ostili o li friggerò senza problemi.-

            Dall’aereo scendono un uomo e una donna. È lei a dire:

-Ehi voi, là dentro. Non abbiamo cattive intenzioni, state tranquilli.-

-Possiamo fidarci ?- chiede la donna di nome Ninotchka.

-E chi lo sa?- replica Rostov armando la sua pistola -Stiamo pronti al peggio.-

            Pochi minuti dopo la porta si spalanca ed entrano una donna molto bella dai capelli rossi e un uomo più anziano dall’aspetto elegante.

            La donna si guarda intorno e storce il naso.

-Che posto schifoso.- commenta, poi guarda i presenti e aggiunge -Verrò subito al punto: io rappresento il Krassny Cherep[9] e sono qui per offrirvi un’opportunità unica per lasciare questo posto e mettervi al suo servizio. Per il governo della Federazione siete solo un imbarazzo ma per noi siete una risorsa. Seguiteci e sapremo valorizzare i vostri talenti.-

-E se rifiutassimo?- chiede Andrei.

            La donna dai capelli rossi estrae una pistola Makarov e senza esitare spara due colpi al petto di Red Barbarian che si affloscia sulla sedia a cui è legato.

-Perché?- chiede il Guardiano d’Acciaio.

-Era il vostro carceriere. Non vi sareste mai fidati di lui e lui di voi. Meglio evitare certi problemi alla radice e questo servirà anche di ammonimento per la compagna Kudrina: il Krassny Cherep ricompensa molto bene la lealtà ma è spietato con chi tradisce.-

-Chi sei?- le chiede la Kudrina mentre l’accompagnatore dell’assassina dai capelli rossi la libera -Il tuo viso mi è familiare ma non riesco a….-

            La donna le punta i suoi occhi verdi in quelli di Lyudmilla Antonova e risponde :

-Il mio vero nome non deve interessarti. Ti basti sapere quello con cui sono più conosciuta: l’Esecutrice.-

-Non… non è possibile! Non puoi essere lei: lei è morta da più di sessant’anni.-

            L’Esecutrice sorride e replica:

-Me lo hanno già detto ma come vedi io sono qui, viva e giovane, il resto sono chiacchiere. Ora dimmi, Compagna Lyudmilla Antonova, sei pronta a giurare fedeltà al Krassny Cherep?-

            Un attimo di silenzio e poi Lyudmilla Antonova Kudrina risponde:

-Lo sono.-

-Molto bene, e voi?-

            Dagli altri arrivano rapidi cenni d’assenso. L’Esecutrice si rivolge all’ultimo rimasto:

-E tu ? Qual è la tua risposta?-

            Andrei Mikhailovitch Rostov si volge verso la sedia dove sta, scomposto, il cadavere di un padre che non ha mai veramente conosciuto e risponde:

-Ovviamente accetto. Qualsiasi cosa è meglio di questo posto.

-La risposta che speravo di sentire. Hai l’aria dell’uomo in gamba. Come ti chiami?-

-Come dicevi tu prima, il mio nome non ha importanza. Se ne vuoi uno, accontentati di quello che mi hanno dato qui: Stal.-[10]

-Vada per Stal, allora. Lo considererò di buon auspicio. E ora seguitemi: abbiamo un lungo viaggio da fare.-

            Per qualcuno di noi sarà ancora più lungo, pensa l’uomo che si è appena ribattezzato Stal dando un’ultima occhiata al cadavere sulla sedia prima di uscire.

 

            L’occhio bionico dell’uomo che chiamano Dottor Crocodile brilla intensamente ma prima che qualcosa posa accadere, l’acciaio della canna di una pistola si posa sulla sua nuca.

-Qualunque cosa lei voglia fare, io al suo posto non la farei, Dottore.- gli dice Paladin.

-Chiunque lei sia, sta giocando col fuoco, lo sa?- ribatte Joshua N’Dingi ostentando calma.

-Ci sono abituato e di solito sono gli altri a scottarsi.-

-Molto bene. Ha vinto questa mano… per ora.-

            Nel salone irrompono Blacklash e Whiplash facendo schioccare le loro fruste.

-Ci siamo persi tutto il divertimento.- commenta Blacklash un po’ deluso.

-Se ci tieni tanto ad ammazzare qualcuno, avrai altre occasioni, ne sono certo.- replica Paladin.

            Whiplash sorride ed aggiunge:

-Rilassati, tesoro ci siamo divertirti abbastanza con le guardie all’ingresso e quelle che abbiamo incontrato per arrivare sin qui. Rimandiamo altre uccisioni ad un altro giorno.-

            La bionda Lorna Halliwell li osserva: chi è questa gente che parla così a cuor leggero di uccidere? Dall’espressione sui volti dei suoi amici, la bruna Jane Mahoney e l’affascinante Jack Porter, capisce che sono confusi quanto lei. Le sembra di essere entrata a metà film e fa fatica a capire la trama. Chi sono i buoni e chi i cattivi? Ammesso che ci sia una vera differenza?

            I Campioni hanno ormai sbaragliato le guardie presidenziali. Nel grande salone ora sono in piedi oltre a loro solo gli alleati di Paladin, un po’ di ospiti confusi e naturalmente Crocodile, Moses Magnum e Akua Kirabo. È a loro che si avvicina un uomo di colore di circa 35 anni dal fisico di un quarterback, il volto granitico decorato da una barba nerissima, curata e folta, il suo nome è Abner K’auna ed è il Presidente dello Zilnawa. Guarda la donna di colore davanti a lui: molto bella, alta, corpo forte, ben delineato corti capelli neri, occhi pure neri e profondi, volto segnato da una cicatrice sulla guancia sinistra che però non la rende meno attraente.

-Mi fidavo di te, Akua…- le dice -… ma tu hai tradito la mia fiducia ed hai imprigionato me ed i miei Campioni. Farò in modo che il Mondo conosca la tua doppiezza e quella dei tuoi alleati.-

-Il Mondo ha altro a cui pensare che le beghe di due insignificanti staterelli africani.- ribatte il mercante d’armi etiope noto come Moses Magnum.

-Lo vedremo.- è la secca risposta di K’auna.

            Si fa avanti la Principessa Zanda di Narobia e si rivolge anche lei alla Kirabo:

-Hai rapito ed imprigionato un altro Capo di Stato. Forse tu ed il tuo amico Crocodile intendevate fare lo stesso con me se non avessi aderito al vostro progetto di fusione tra i nostri Stati?-

            Nessuna risposta. Zanda si rivolge a K’auna:

-Una volta tornata in Narobia, raccomanderò al mio governo di stipulare un patto di amicizia e mutua difesa tra le nostre due nazioni.-

-La ringrazio, Principessa.-

            Paladin attiva un contatto radio:

-Missione compiuta. Ti aspettiamo sul tetto del palazzo.- si rivolge agli altri -Si lascia questo paese poco ospitale, gente.-

-E perché dovremmo darti retta, mister?- chiede con voce piena di rabbia Psyclone -Perché non dovremmo radere al suolo questo palazzo e magari tutto questo paese?-

            Capitan Ultra gli pone una mano su una spalla e dice:

-Ora la nostra priorità è portare in salvo il Presidente K’auna, ma torneremo a regolare i conti, te lo prometto.-

            Dave Martin guarda verso Hrimrari e lui annuisce.

-Va bene.- dice infine -Ma non finisce qui.-

-Sul tetto, allora.- interviene Paladin.

            Si volge verso N’Dingi, Akua Kirabo e Magnum ed aggiunge:

-Voi verrete con noi a garanzia che i vostri non ci facciano brutti scherzi. Nakia, Blacklash, teneteli d’occhio ed al primo gesto ostile contro di noi, da chiunque venga, uccideteli.-

-Con molto piacere.- risponde la wakandana chiamata Malizia mostrando il suo coltello.

            Il gruppetto si muove verso il tetto.

 

            In una stanza privata dell’Howard A. Stark Memorial Hospital nel Lower East Side di New York, Misty Knight apre gli occhi e sorride istintivamente nel vedere chi entra: una donna dai capelli rossi accompagnata da un giovanotto dai capelli biondi… e le ali.

-Jean!- esclama.

-Ciao, Misty.- la saluta Jean Grey, nota negli ambienti dei supereroi anche col nome di Fenice -Mi spiace di non essere venuta prima a trovarti ma ho avuto un periodo infernale ultimamente.-[11]

-Non eri obbligata.-

-Siamo state compagne di stanza, siamo amiche, è sufficiente.-

-Ne è passato di tempo da allora. Tante cose sono cambiate.-

-Ma le vere amiche rimangono.-

-Ho saputo che hai avuto una figlia… e che hai divorziato. Non l’avrei mai creduto possibile: tu e Scott sembravate una coppia eterna.-

            Un lieve tossicchiare richiama la loro attenzione.

-Scusami, Warren.- mormora Jean -Misty, conosci il mio compagno Warren Worthington?-

-E chi non conosce uno dei più famosi miliardari e supereroi della Costa Orientale? Anche senza le ali non passerebbe di certo inosservato: dirige una multinazionale, è membro degli X-Men, finanzia associazioni benefiche e forse dimentico qualcosa.-

-Cerco di tenermi impegnato.- risponde, sorridendo, Warren.

-Ho saputo che sei incinta Misty, così mi hanno detto.- dice ancora Jean.

-Sì. Il bastardo che mi ha spedito qui non ha danneggiato il feto, per fortuna.- replica Misty.

-Chi è stato?-

-Un vecchio nemico di Danny, una sordida storia di vendette. Nulla di nuovo in fondo. Dovrei esserci abituata.-

            Considerazione amara ma realistica, pensa Jean.

 

 

4.

 

 

            Sul tetto del Palazzo Presidenziale del Dabar l’insolito gruppo formato dai ritrovati Campioni, il Presidente dello Zilnawa Abner K’auna e i loro salvatori della Justice Inc. guidati da Paladin attende.

-Questa cosa non mi piace.- si lamenta Psyclone -Continuo a pensare che invece di scappare avremmo dovuto dare una lezione a quei buffoni.-

-Siamo ancora troppo deboli per la recente prigionia per metterci contro gli eserciti di una o più nazioni addirittura.- ribatte Capitan Ultra -Ci saranno altre occasioni.-

-Giusto.- concorda Paladin -Al momento la mia priorità è portare in salvo il Presidente K’auna ed ecco il nostro passaggio per andarcene da qui.-

            Improvvisamente un jet fino ad allora in modalità stealth si materializza sopra le loro teste.

-In perfetto orario.- commenta Paladin con un sorriso.

-Pensate davvero di potervela cavare così?- chiede il Dottor Crocodile -Non riuscirete a lasciare il Dabar vivi. Mi assicurerò personalmente che non accada.-

-A quanto pare, parla già da padrone di questa nazione, Dottore. Madame Kirabo non ha nulla da dire?-

            La Presidentessa del Dabar tace scoccando a Paladin uno sguardo carico d’odio.

-E lei, Magnum, qualche dichiarazione per i posteri prima che ci separiamo?-

-Non ho niente da dire a chi presto sarà morto.- ribatte Moses Magnum.

            Malizia gli si avvicina brandendo un pugnale.

-Un mio gesto e tu sei morto adesso.- dice.

-Calma, Nakia.- interviene ancora Paladin -Mister Magnum ci serve vivo per adesso. Verrà con noi. È ricercato in parecchie nazioni che non faranno troppe storie su come lo abbiamo catturato se glielo consegniamo e la taglia su di lui ci farà molto comodo.-

-Tu stai giocando col fuoco.- ribatte Magnum.

-Mi capita spesso ma di solito sono gli altri a scottarsi. Bene … Dottore… Madame Presidente… ci separiamo qui. Vi direi che è stato un piacere ma non lo è stato. Lo champagne e il caviale erano ottimi, però. M’Nai portaci su.-

            Un raggio di luce li avvolge tutti tranne Crocodile e Akua Kirabo e li solleva portandoli all’interno del velivolo.

-Conosco questa tecnologia.- borbotta Capitan Ultra.

-Anch’io.- commenta K’auna -Thran vi ha fornito l’equipaggiamento.-

-Ne parleremo dopo.- taglia corto Paladin poi si rivolge al pilota -M’Nai, portaci lontano da qui alla svelta –

            Il pilota, un uomo snello e alto che indossa una calzamaglia Nera che lo copre totalmente a parte gli occhi, annuisce e spinge i motori al massimo. In un attimo il jet è lontano.

            Sul tetto del palazzo Joshua N’Dingi si rivolge ad Akua Kirabo:

-Fai decollare la tua aviazione, Akua, e ordina di abbattere quell’aereo con qualunque mezzo e a qualunque costo.-

-Ma… e Magnum?- ribatte la donna.

            Crocodile fa una smorfia che in un volto meno devastato del suo potrebbe passare per un sorriso e replica:

-È riuscito a sopravvivere in situazioni peggiori, ce la farà anche stavolta e se non dovesse farcela… allora troveremo un altro socio. Ora non perdiamo tempo: quegli impudenti devono imparare che questo coccodrillo ha zanne molto affilate.-

 

            A New York, nello stesso ospedale dove, a poca distanza, è ricoverata Misty Knight, la sua amica e socia nell’agenzia di investigazioni e sicurezza Nightwing Restorations Colleen Wing sta subendo l’ennesimo esame medico.

-È davvero incredibile!- esclama il Dottor Keith Kincaid -Solo fino a ieri la sua spina dorsale era irrimediabilmente danneggiata ed ora lei non ha più il minimo danno. Sono sparite perfino vecchie cicatrici. Lei è sana come un pesce, anzi: di più. Da quando sono il medico dei Vendicatori ho visto molte cose strane ma confesso che questa mi incuriosisce non poco. Vorrei tanto sapere come ha fatto a guarire in modo così completo.-

            Colleen sorride rispondendo:

E se le dicessi, Dottore, che sono stata curata dalle mani mortali del kung fu?-

            Kincaid scuote la testa e replica:

-Come le detto, Miss Wing, ho sentito e visto cosa più strane. Si tenga pure i suoi segreti. L’importante è che sia guarita.-

            Ed il merito è solo di Danny Rand, pensa Colleen, ma dove sarà adesso?

 

            Senza la minima esitazione Daken balza sulle guardie armate in arrivo. Non c’è la minima paura in lui ma piuttosto un’arrogante spavalderia. Non bada alle ferite che gli vengono inferte, i suoi artigli colpiscono senza tregua e alla fine è l’unico rimasto in piedi.

-Tutto qui?- esclama -Speravo in una sfida migliore.-

-Tu mi ricordi uno che ho conosciuto: irruento e impetuoso ma senza stile o grazia.-

            A parlare è stata una donna bionda coi capelli a caschetto che indossa un abito da sera rosso lungo con ampi spacchi laterali che le lascia scoperte le spalle.

            Avanza verso Daken senza mostrare timore.-In ogni caso, a me piacciono gli uomini impetuosi e pieni di energia.- dice ancora.

-E tu chi saresti?- le chiede Daken perplesso -Una delle puttane di Coy?-

-Che linguaggio triviale.- ribatte lei sfiorandogli il petto -Puoi chiamarmi Sapphire Styx.-

            Improvvisamente lo bacia e subito il figlio di Wolverine si sente debole. Tenta di allontanarla ma lei gli afferra la testa e continua a baciarlo.

            Akihiro sente le gambe diventare molli, la testa girare e la vista gli si appanna. Le sue energie lo abbandonano.

 

 

5.

 

 

            Aeroporto Internazionale Haneda di Tokyo. Tre uomini e una donna provenienti da Hong Kong hanno appena concluso le formalità doganali e si apprestano a lasciare lo scalo. Due degli uomini sono europei: britannici per la precisione: uno ha un’ètà indefinibile presumibilmente sopra i trent’anni, capelli rossicci, occhi grigi, sguardo solo apparentemente distratto; l’altro è alto e massiccio, un fascio di muscoli, fisico da lottatore, decisamente in forma anche se ha presumibilmente più di cinquant’anni. Il terzo uomo è facilmente identificabile come cinese, capelli lunghi, occhi vivaci ed attenti, fisico atletico e snello, età in un limbo tra più di venti e meno di trent’anni. La donna è anch’essa asiatica, forse giapponese o forse cinese, ed insolitamente alta per un’esponente di entrambe le etnie principali di quelle nazioni. Il suo fisico è slanciato, il portamento altero, i lineamenti bellissimi, l’età… non si chiede a una signora.

-È parecchio tempo che non vengo in Giappone.- dice la donna.

-Sul serio, Leiko?- replica l’uomo dai capelli rossicci -Pensavo che visto che tua madre è giapponese, tu fossi di casa qui.-

-La famiglia di mia madre non ha mai approvato che lei avesse sposato un cinese, sia pure di Hong Kong, non ho praticamente mai avuto rapporti con loro.- replica Leiko Wu -Sotto la patina di democrazia e modernità i vecchi costumi sono duri a morire da queste parti: i mezzosangue come me, per esempio, non sono facilmente accettati.-

-Questo mi ricorda che proprio qui in Giappone mio padre ha vissuto un paio di memorabili avventure. Nella prima ha rischiato seriamente di lasciarci la pelle e…-

-Risparmiaci le memorie di famiglia, Reston!- ribatte l’Inglese robusto -Pensa alla missione, piuttosto.-

            Clive Reston scrolla le spalle e con calma replica:

-Non ho mai smesso di pensarci, Tarr, brutto bestione.-

            Prima che Black Jack Tarr possa replicare, il giovane cinese li interrompe:

-Siamo osservati.

-Lo so.- ribatte Reston con un sorrisetto -Del resto non mi sorprende: i nostri avversari sapevano della nostra missione ancora prima che io e Tarr lasciassimo Londra, purtroppo.-

-Giochi di morte e d’inganni, nulla di nuovo.- commenta con amarezza Shang Chi.

-Specialmente quando c’è di mezzo quella tua tanto affascinante quanto pericolosa sorella maggiore.- replica Reston.

-Non dirmi che ti sei innamorato di lei, Clive.- commenta Leiko in tono sprezzante.

-Si può trovare affascinante un cobra anche senza amarlo, mia cara, e Fah Lo Suee, proprio come un cobra, prima ti incanta e poi ti uccide. Non ti offendere, Chi, ma quasi tutti i tuoi familiari sono tipi pericolosi.-

-Purtroppo hai ragione, Reston.- ammette, cupo, Shang Chi -Non vado fiero dell’eredità di mio padre.-

-Tu non hai colpa, Shang Chi.- ribatte Leiko -Nessuno sceglie la famiglia in cui nascere. Tu hai fatto la scelta giusta quando hai deciso di opporti ai folli piani di Fu Manchu.-

-Insomma… pare che a nessuno di voi importi un accidente dei tipi che ci seguono.- interviene Tarr.

-E che vorresti che facessimo? Una bella sparatoria in aeroporto? Farebbe molto film d’azione asiatico, lo ammetto, ma dubito che le autorità giapponesi approvebbero.- ribatte Reston

-E allora cosa vorresti fare: tirarceli dietro per tutto il tempo in attesa che si decidano a provare a farci fuori?-

            Prima che Reston possa rispondere, una ragazza si avvicina al gruppetto. Apparentemente giapponese ma con qualcosa di diverso, forse un incarnato un po’ più scuro? Reston non ne è sicurissimo.

            È a lui che si rivolge la ragazza:

-Reston-san? Sono Mimy Oshima. Suzuki-sensei mi ha mandato ad accoglierla.-

-Sul serio? Non sapevo che il Naichō[12] avesse agenti così attraenti.-

            Leiko fa una specie di sospiro, Tarr emette una sorta di borbottio e la ragazza si fa sfuggire una di quelle risatine tipiche delle ragazze giapponesi.

-Suzuki-sensei mi aveva detto che avrebbe fatto un commento del genere, Reston-san.- dice in tono divertito.

-Evidentemente mi conosce bene.-

-Venite, vi condurrò da lui.-

-Devo avvertirla, Miss Oshima, che siamo sorvegliati.-

            La ragazza alza un sopracciglio e replica:

-Me ne ero accorta, Reston-san. Ce ne occuperemo noi del Naichō, non tema. Ora seguitemi, non sarà un viaggio troppo lungo.-

            La ragazza li accompagna all’esterno sino ad una grossa auto nera. In pochi minuti le loro valigie sono sistemati in un ampio bagagliaio e la vettura con loro a bordo parte.

            Poco distante, un uomo di etnia cinese che indossa una tenuta da motociclista in pelle scura ed ha capelli lunghi, sottili baffi alla mongola ed un’evidente somiglianza con Shang Chi si infila un casco integrale e con un sorrisetto strafottente sulle labbra mormora:

-Comincia la caccia, fratello.-

 

            Per quanto possegga, esattamente come suo padre, un fattore di guarigione molto efficiente, nemmeno Daken ne conosce gli esatti limiti. Chi potrebbe dire, quindi, se gli permetterebbe di sopravvivere alla perdita di tutta l’energia vitale che la vampira psichica di nome Sapphire Styx gli sta succhiando?

            La domanda è destinata a restare senza risposta perché improvvisamente Sapphire Styx si stacca da Daken ed un’espressione perplessa si disegna sul suo volto mentre cade al suolo ed è possibile vedere sulla sua schiena nuda il foro di un proiettile da cui si allarga una pozza di sangue.

            Alle sue spalle la mutante di nome Callisto sta in piedi con in mano una pistola dalla canna con silenziatore incorporato ancora fumante.

-Non serve che mi ringrazi, bello.- dice ad un ancora stordito Daken.

            Le gambe del figlio di Wolverine tremano ma lui cerca di non darlo a vedere.

Sto bene.- dice ma subito dopo è costretto ad appoggiarsi ad una parete.

            La ex Morlock gli si avvicina e chiede:

-Sicuro che vada tutto bene?-

-Lo sarà tra un secondo.- ribatte Daken -Io…-

            Non finisce la frase perché dall’interno si odono rumori di spari.

-A quanto pare, i nostri compagni sono finiti nei guai.- afferma Callisto -Meglio raggiungerli.-

            Akihiro trae un lungo respiro e replica:

-Andiamo!-

 

            Il jet della Justice Inc. si dirige alla massima velocità verso sud quando alla sua coda appare uno stormo di aerei militari con le insegne del Dabar.

-Cominciano i guai.- commenta Whiplash -A quanto pare, Crocodile e la sua schiavetta non ne vogliono proprio sapere di lasciarci andare.-

-Questo è il momento buono per rivelarci che questo jet ha delle difese antiaeree.- afferma l’Uomo Scimmia ora nel suo costume rituale.

-Abbiamo di meglio.- ribatte Paladin, anche lui con indosso la sua tenuta abituale

            Entra nella cabina di pilotaggio e si rivolge all’uomo col costume nero:

-Sei pronto, M’Nai?-

            Midnight Sun annuisce e gli cede il posto. Si allaccia il mantello, si infila in testa il suo cappello Borsalino poi, dopo essersi assicurato che gli altri passeggeri siano tutti ben saldi ai loro posti, apre senza esitazione un portello e si getta nel vuoto.

            I dischi assicurati ai suoi piedi lo sostengono in aria . Sono frutto della tecnologia Kree e sono alimentati da un’ignota forma d’energia che gli consente di muoversi a velocità sorprendente.[13]

            Evita con facilità i proiettili sparati dagli aerei dabariani. Piomba su uno di essi e lo spezza in due come fosse di burro usando il taglio della mano. Che sia opera dei dischi metallici sui suoi palmi o se ciò dipenda dall’ingegneria Kree che ha aumentato la sua naturale abilità nelle arti marziali, probabilmente nemmeno lui lo sa. Ciò che conta è il risultato ed un altro aereo cade sotto il suo assalto.

            Un altro paio lo prendono di mira. Ci si potrebbe chiedere se un corpo adatto a sopravvivere nel vuoto del cosmo infinito potrebbe essere scalfito da dei comuni missili aria aria ma non apprenderemo la risposta oggi perché una figura multicolore attraversa in velocità i due caccia tagliandoli a metà.

-Volevi per te tutto il divertimento?- chiede Capitan Ultra.

            M’Nai non risponde e continua a saltare da un aereo all’altro compiendo fantastiche piroette e colpendo i velivoli spietatamente.

-Uomo di poche parole eh?- commenta il leader dei Campioni.

            Il Jet della Justice Inc. sorpassa l’invisibile linea che divide il Dabar dal vicino Mbangawi ed altri jet con le insegne di quest’ultima nazione affiancano i rimanenti aerei dabariani.

            Una voce risuona nel jet inseguito attraverso la radio di bordo:

<<Vi avevo detto che non mi sareste sfuggiti.>>

            Il Coccodrillo non intende mollare la sua preda.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Sostanzialmente nulla da dire su questo episodio. Vale, però, la pena di sottolineare che i Campioni, lo Zilnawa, il Dabar e personaggi correlati sono tutte creazioni di Valerio Pastore che ringrazio caldamente per avermene concesso l’uso. Sarà soddisfatto del fato che ho in serbo per loro? Chi può saperlo? Staremo a vedere.

            Nel prossimo episodio: in Africa il Dottor Crocodile non molla, a Madripoor Molten e la sua squadra si confrontano con le forze del Generale Coy, in Germania Shock fa una sconcertante scoperta, in Giappone Clive Reston e Shang Chi fanno interessanti incontri.

            Non vi basta? Siete davvero incontentabili.

 

 

Carlo



[1] Un resoconto di eventi accaduti durante e dopo Campioni MIT #29.

[2] E poi non dite che non facciamo mai riassunti.

[3] Ovvero il Quartier Generale del Dipartimento di Polizia di New York.

[4] Managing Director, equivalente britannico di quello che negli Stati Uniti è chiamato Chief Executive Officer (C.E.O).

[5] Il crimine organizzato giapponese.

[6] No: non l’adamantio, ma ne riparleremo in un altro momento.

[7] In seguito ad eventi narrati in Devil #51/60.

[8] Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti. Servizio di Sicurezza interna della Federazione Russa.

[9] Teschio Rosso in Russo.

[10] Acciaio in Russo.

[11] Come ben sa chi segue sia Gli Incredibili X-Men che X-Men MIT.

[12] Abbreviazione di: Naikaku Jōhō Chōsashitsu, Ufficio Informazioni e Ricerca del Gabinetto.

[13] Non credeteci sulla parola, controllate su Silver Surfer Vol. 3° #29 (In Italia su Silver Surfer, Play Press, #29).